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venerdì 29 aprile 2011

Papa Giovanni Paolo I

Colto teologo, era considerato per certi versi un conservatore, pubblico difensore dell'Humanae Vitae, che si apprestava a ratificare con una sua enciclica che però mai vide la luce. D'altro canto, però, in una lettera ai suoi diocesiani all'indomani della promulgazione dell'Humanae Vitae, scrisse: «Confesso che […] privatamente avevo sperato che le gravissime difficoltà che esistono sarebbero state superate e che la risposta del Maestro, che parla con uno speciale carisma e nel nome del Signore, avesse coinciso, almeno in parte, con le speranze delle molte coppie sposate dopo che era stata costituita un'apposita Commissione pontificia per esaminare la questione»[17]. Una certa morbidezza nei confronti della questione degli anticoncezionali e della contraccezione, anzi una qualche apertura per l'argomento dopo un convegno delle Nazioni Unite sul tema della sovrappopolazione, furono oggetto di una censura da parte dell'Osservatore Romano, che non pubblicò i commenti papali[18]. Già dai tempi del Concilio Vaticano II (al quale partecipò come membro della commissione allargata sui problemi della famiglia e del controllo delle nascite), infatti, Luciani aveva mostrato idee piuttosto progressiste, parlando di “maternità responsabile” e appoggiando a determinate condizioni l'uso degli anticoncezionali[17].
Giovanni Paolo I, inoltre (come si capisce dal titolo dell'enciclica che avrebbe voluto scrivere: "I poveri e la povertà nel mondo"), si dimostrò molto sensibile al tema della povertà del Sud del mondo, sottolineando l'inutile opulenza del mondo occidentale, senza risparmiare la stessa Chiesa, la quale avrebbe voluto più vicina al suo motto, "humilitas". Parlò anche della questione sociale, dell'importanza di dare "la giusta mercede" ai lavoratori.
Fu il primo pontefice a richiedere di poter parlare alla folla dopo l'elezione ma, poiché non era consuetudine, dovette rinunciare: due mesi dopo, invece, Giovanni Paolo II, chiese ed ottenne di poter parlare, rendendo subito omaggio a Luciani prima della benedizione. Fu il primo ad abbandonare il plurale maiestatis, reintrodotto da Paolo VI dopo il pontificato di Giovanni XXIII, rivolgendosi in prima persona ai fedeli, nonostante zelanti custodi del protocollo prontamente riconvertissero i suoi discorsi per la pubblicazione su L'Osservatore Romano e in altri atti ufficiali, dai quali sono mancanti alcune altre espressioni estemporanee usate da Luciani.
Il suo ministero iniziò il 3 settembre con una Messa celebrata nella Piazza antistante la Basilica. Per la prima volta nella storia un Papa non sarebbe più stato incoronato: Luciani si impose anche per il cambiamento del nome incoronazione che da allora mutò in solenne cerimonia per l'inizio del ministero petrino. Rifiutò inoltre la tiara, e fu anche il primo pontefice a respingere l'impiego della sedia gestatoria, in seguito ripristinata, per esigenze di visibilità, in occasione delle udienze generali.[16]. Rifiutò anche il trono al momento della Messa, detta di "intronizzazione".
Fu il primo papa a parlare di sé in termini umani: tenendo da un canto i consolidati effetti del dogma che vuole il papa "Vicario di Cristo in terra", non ebbe remore nel presentarsi con il complesso della sua personalità, ammettendo, ad esempio, di essere diventato completamente rosso dalla vergogna quando, ai tempi in cui era ancora patriarca di Venezia, Paolo VI gli aveva messo sulle spalle la stola papale.
Fu inoltre il primo ad ammettere la paura che lo colse quando si rese conto di essere stato eletto papa: "Tempestas magna est super me". Così come non altri prima, espresse umilmente una sensazione d'inadeguatezza al ruolo.
Viene ricordato con gli affettuosi appellativi di "papa del sorriso" e "sorriso di Dio"

giovedì 28 aprile 2011

Fine di un mese

Il più crudele dei mesi, l'aprile della vita,
eccolo compiuto, rotondo, limpido e nero.
Tutto si è consumato, ardendo. Non è rimasto nulla.
A parte la selvaggia felicità, il suo deserto bagliore.

lunedì 25 aprile 2011

La psicostoriografia

Col termine psicostoria (o psicostoriografia) si intende sia una scienza immaginaria, presente nei libri del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, in grado di prevedere l'evoluzione della società umana, sia una branca della psicologia che studia, col metodo della psicoanalisi, la vita dei personaggi storici del passato.
La psicostoriografia potrebbe essere la quintessenza della sociologia; potrebbe essere anche la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche.
Le leggi della storia sono assolute come quelle della fisica, e se in essa le probabilità di errore sono maggiori, è solo perché la storia ha a che fare con gli esseri umani che sono assai meno numerosi degli atomi, ed è per questa ragione che le variazioni individuali hanno un maggior valore. 
La psicostoria tramite metodi matematici e statistici è in grado di prevedere, sia pure solo a livello probabilistico, l'evoluzione futura di una determinata società:
  1. La psicostoria, sebbene sostenga che sia ininfluente, in linea di massima, l'agire del singolo essere umano sul comportamento e le tendenze complessive di una intera società, mostra anche chiaramente che l'operato di alcuni particolari singoli è invece importantissimo durante certi momenti critici dell'evoluzione storica  in cui una società è ad un crocevia fra più cammini evolutivi possibili.
  2. Il fatto che l'esperienza comune contraddica l'ipotesi di poter analizzare, prevedere ed indirizzare l'evoluzione storica nei termini di una scienza esatta è giustificato 
  3. Infatti è noto come situazioni simili  producano effetti simili, ma oggi è impossibile prevedere fatti storici, al massimo si possono fare delle previsioni a breve termine che non hanno nulla a che vedere con la scienza, ma con la storia e l'esperienza.
  4. Esistono inoltre tradizionali posizioni filosofiche che tendono ad escludere che ciò sia possibile anche in linea di principio (in base alla massima "homo artifex historiae"), o a seguito del fenomeno detto di eterotelia descritto ad esempio da Jules Monnerot.
  • Attualmente esiste una branca della psicologia denominata psicostoria, i cui pionieri sono stati Lloyd de Mause e Marc Charron. Essa viene studiata anche in alcune università americane all'interno di corsi di storia o di scienze sociali ed utilizza prevalentemente il paradigma psicoanalitico per indagare la personalità dei personaggi storici attraverso un'analisi, appunto "psicologica", delle fonti e dei documenti d'archivio francese di Élisée Reclus.
Alcune dottrine religiose, come pure il marxismo, ritengono, almeno in talune loro versioni, che l'evoluzione storica sia predeterminata, e che possa essere anticipatamente indagata attraverso il ricorso a fonti rivelate o ad analisi di tipo economico o di altro genere.

P.S. :  Eterotelia 
Di fronte ad un evento o a una situazione che pare senza via d’uscita o senza soluzione, bisognerebbe sempre tenere presente l’eterotelia, ovvero il fatto che non necessariamente le idee producono i risultati attesi.
Una situazione senza scampo potrebbe avere sbocchi imprevedibili (e imprevisti anche da chi ha in mano l’iniziativa) che potremmo volgere a nostro vantaggio.
E guardando il risvolto negativo dobbiamo sapere che il controllo su una situazione può andare perduto a causa di un’azione avventata o non necessaria.

    sabato 23 aprile 2011

    Il Sistema Gaia

    L'emergere della cultura planetaria ha portato alla riscoperta dell’unità del nostro pianeta, della nostra intima connessione ecologica e affettiva con questa antica Madre Terra e al riconoscimento estetico e interiore della sua sacralità. Questa riscoperta, frutto di una rinnovata sensibilità ecologica e naturale, si è concretizzata a livello scientifico nell'Ipotesi Gaia, dal nome della dea greca della Terra. E' un'ipotesi scientifica largamente riconosciuta anche se non completamente accettata a livello di scienza accademica, e rappresenta il primo passo verso una coscienza dell'unità globale che comprende tutto ciò che viviamo e conosciamo: il nostro pianeta, il Tutto che ci contiene e che noi costituiamo.
    " L’intera gamma della materia vivente sulla Terra, dalle balene ai virus e dalle querce alle alghe, poteva essere considerata come costituente una singola unità vivente, capace di manipolare l’atmosfera terrestre per le proprie necessità globali e dotata di facoltà e poteri di molto superiori a quelli dei suoi singoli costituenti".
    Siamo persuasi che Gaia possa diventare la Terra Promessa quando sapremo riscoprirla negli infiniti fenomeni e piani di coscienza che la caratterizzano, in quell'immensa ricchezza che l’uomo ha purtroppo dimenticato e svalorizzato.
     Chiudo questa sezione su Gaia con un pezzo scelto di Isaac Asimov, dal suo libro "L’orlo della fondazione ", in cui esprime in termini futuristici, ma estremamente pertinenti, l’ipotesi Gaia .
    Asimov, attraverso una ricca descrizione, ci dà l’immagine di un pianeta in cui si è giunti alla completa coscienza planetaria, un vero Cyber pianeta con un'unità di coscienza un po' più avanzata di quella del nostro globo... è come un invito agli esseri umani a ritrovare questa profonda unità tra le culture e il pianeta. 
    Ecco un brano del libro in cui una ragazza di nome Bliss (in inglese significa Beatitudine) torna sul suo pianeta Gaia, insieme a Pelorat e Trevize, due scienziati che provengono dal pianeta Terminus e che non conoscono ancora l’incredibile complessità e bellezza della mente collettiva planetaria.
    "E dopo ci potete accompagnare dalla persona che chiamate Gaia?" disse Trevize.
    Bliss apparve divertita. "Non so se ci crederete, ma io sono Gaia."...
    "Sì, io. E la terra. E quegli alberi. E quel coniglio fra l’erba, laggiù. E l’uomo che si intravede fra gli alberi. L’intero pianeta e tutto quanto c’è sopra è Gaia. Siamo individui, siamo organismi separati, ma condividiamo tutti una coscienza globale. La materia inorganica è meno di tutti partecipe di questa coscienza e gli esseri umani ne sono partecipi più di tutti, ma ognuno contribuisce all’insieme."
    "Credo che intenda dire che Gaia è una specie di coscienza collettiva, Trevize." disse Pelorat.
    Trevize annuì. "L’avevo capito, in tal caso, Bliss, chi governa questo mondo?"
    "Si governa da solo" disse lei "Quei meli crescono in filari regolari di comune accordo. Si riproducono solo quel tanto che serve a riempire gli spazi vuoti lasciati dagli alberi che muoiono. Gli esseri umani raccolgono la quantità di mele di cui hanno bisogno, altri animali, compresi gli insetti, mangiano la loro, parte e soltanto quella.
    "Non mi dire che gli insetti sanno qual è la loro parte!" disse Trevize.
    "Sì, in un certo modo lo sanno. Piove quando è necessario, a volte ci sono periodi di piogge più intense e prolungate, a volte periodi di siccità. Entrambi si verificano quando è necessario.
    "Anche la pioggia sa cosa deve fare?"
    "Sì" disse Bliss, serenissima. "Non è forse vero che nel vostro corpo tutte le varie cellule sanno cosa devono fare? Sanno quando moltiplicarsi e quando smettere di moltiplicarsi, quando creare certe sostanze e quando no, e quando le creano sanno perfettamente in che quantità vanno create. Ciascuna cellula è, fino a un certo grado, una fabbrica chimica indipendente, ma tutte quante attingono ad un fondo comune di materie prime che vengono portate loro attraverso un sistema di trasporto comune, tutte quante versano i rifiuti in canali comuni, tutte quante danno un contributo alla coscienza collettiva globale."
    "Straordinario" disse Pelorat con entusiasmo. "State dicendo che il pianeta è un super organismo e che voi siete una cellula di questo super organismo?"
    "Era solo un’analogia. Siamo come cellule, ma non siamo veramente cellule, capite?"
    "In che senso non siete cellule?" disse Trevize.
    "Nel senso che esiste, come ho detto, una coscienza collettiva, ma ne esiste anche una individuale, la coscienza del singolo organismo, nel mio caso un essere umano... Questa coscienza è enormemente più avanzata di quella di una singola cellula. Il fatto che ciascuno di noi faccia parte di un’entità ancora più grande che si trova su un livello più alto non ci riduce al rango di cellule. Io rimango un essere umano, al di sopra di noi però c’è questa consapevolezza collettiva che supera di molto la mia comprensione, tanto quanto la mia consapevolezza individuale supera quella, che so, di una cellula muscolare del mio braccio."
    "Però qualcuno avrà pure ordinato di prendere il controllo della nostra nave." disse Trevize.
    "No, non qualcuno. L’ha ordinato Gaia. L’abbiamo ordinato noi."
    "Anche gli alberi e la terra, Bliss?"
    "Hanno contribuito in grado minimo, ma hanno contribuito. Sentite, quando un musicista compone una sinfonia voi gli chiedete quale cellula particolare del suo corpo abbia ordinato di comporre la sinfonia ed abbia sovrinteso alla sua creazione?"
    "A quanto ho capito," disse Pelorat "la mente collettiva, chiamiamola così, della coscienza collettiva è molto più forte di una mente individuale, proprio come un muscolo è molto più forte di una singola cellula muscolare. Di conseguenza Gaia ha potuto impadronirsi a distanza della nostra nave assumendo il controllo a distanza del computer, cosa che nessuna mente individuale del pianeta avrebbe mai potuto fare, vero?"
    "Avete compreso perfettamente, Pel." disse Bliss.

    lunedì 18 aprile 2011

    Vedere... Ascoltare.. ed Emozionarsi

    Bisogna valutare la nostra capacità di   Vedere ,  Ascoltare e provare Emozioni
    imparare ad utilizzarli per avere risultati  efficaci in qualsiasi momento se ne abbia bisogno.
    Saperle dirigere,ci permetterà di scoprire che la felicità è accessibile a tutti
    ed è possibile usufruirne , specialmente se, da lassù , qualcuno ci consiglia come agire.