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venerdì 18 febbraio 2011

Povertà e ricchezza



"Beati i sofferenti , i poveri , gli oppressi , gli infelici"

Non si tratta di una esaltazione alla povertà o alla sofferenza, non si tratta dell'oppio di promesse di future ricompense, che controbilancino le sofferenze della vita terrena.
Come uomo di cuore ,Gesù "aveva compassione della folla" e la voleva aiutare per quanto possibile .
Il termine comunemente usato nelle tradizioni,"beato", evoca immagini culturali che senza dubbio non appartenevono alla gente di quell'epoca; l'espressione greca o aramaica " makariol" si potrebbe forse tradurre meglio con un " fortunati voi " ,o con un "salute a voi".
Nell'annuncio di Gesù non si tratta di onorare la miseria in quanto tale;
al contrario, si devono aiutare i poveri si devono aiutare i sofferenti, e Gesù si identificava in loro;e infatti dice:"Tutto ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli , lo avete fatto a me".
Si tratta di azione , di vero aiuto! Nel nostro tempo il messaggio di Gesù e quindi del cristianesimo primitivo - anche se non ci si rende conto - acquistano un carattere decisamente sociale e radicalmente rivoluzionario.
Come la povertà non viene esaltata in quanto tale,così la ricchezza non viene condannata per se stessa .
Solo che Gesù si unisce al dolore e al bisogno di chi soffre nello sforzo di alleviarne le pene , si identifica in loro. E' in questo contesto che si trova una certa identificazione con gli interessi sociali , anche se  vengono modificati nella espressione ideologica, in certi pensieri religiosi.
Gli interessi sociali e i contrasti tra le classi, devono rappresentare la trasformazione dell'uomo in tutti i suoi aspetti, sia nella ricchezza che nella povertà.

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